In località li Monterroni de li Cappuccini era situato un luogo zoccato con un’altra casa-grotta contigua di proprietà del Capitolo della Chiesa Collegiata (Chiesa Madre), che nel 1731 fu concesso in enfiteusi per 25 grana annui al Cantore Andrea Montemurro. Nello stesso anno, ottenuta la proprietà grazie alla sua autorevole importanza nel Capitolo, il Cantore costruì il suo trappeto, modificando ed ampliando le grotte esistenti. (Notaio De Sanguine M.O. a. 1741, c. 117).
Utilizzando maestranze e braccia leccesi, realizzò la vasca per la molitura con ruota calcarea, i camini con relativo deposito delle olive, 10 torchi alla genovese e 1 torchio alla calabrese per la prima spremitura, le vasche per la raccolta e la separazione dell’olio, la vasca per la sentina, la stalla per l’asino o il mulo, gli alloggi per i frantoiani, dal naghiero ai trappetari provenienti da Tuglie (LE), la cucina, il pozzo ed altre pertinenze e armamentari funzionali al trappeto.
Oltre che Cantore nel Capitolo, Andrea Montemurro era Dottore Fisico, Professore di matematica et precise de agrimensura, grande appassionato di letteratura e filosofia, istituì anche una Scuola di umanità, ma mantenne sempre la sua inclinazione preminente a curare il proprio patrimonio, tanto da diventare un ricco proprietario terriero.
La proprietà del complesso passò alla famiglia Tagliente ed oggi appartiene al Dottor Francesco Ricci.
(Notizie storiche da A.V. Greco, Masserie e Massafresi, Perieghesis, Manduria, 2005)